Lei ha sedici anni, ed è estate: l’ultima estate di villeggiatura, nel millenovecentotrentanove.
Le sorelle una sposata e una promessa, lei troppo giovane e già innamorata. Poco lontano la guerra cominciava. Lei guarda e non sorride, sulle montagne conosciute pietra per pietra, sentieri in mezzo al verde e picchi acuminati, come in una cartolina. Ha sentito la novità.
L’innamorato di sempre partirà per la terra promessa, una terra così lontana e ignota, disegni abbozzati sui libri di scuola, caldo, polvere e sole bianco, e un paese tutto ancora da inventare. La data è decisa, a sei mesi da quell’ultima estate adolescente e già offuscata da nubi lontane.
Passeranno gli anni, passeranno milioni di morti, amici, zii e cugini strappati alle loro case e mai ritornati. Ma un giorno, in un mattino qualsiasi del ritorno alla vita, una lettera portata a mano riporterà all’improvviso l’innamorato di sempre, che dalla terra rinnovata chiede infine di riavere la sua amata.
E lei partirà.
Dalla sua ultima estate senza guerra, lei guarda e non sorride, la gonna pesante si appoggia alle ginocchia. Sa quanto dovrà aspettare, e si fa forza.
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Dani, mi è piaciuto molto, sia come scrivi che la foto che non ho mai visto.
Spero che quando torni potremo finalmente sedere insieme una lunga serata di estate israeliano nell’aria condizionata e chiacchierare come due anziani su una bottiglia di vino 🙂 buon viaggio, cara.
Il Gufo